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Liberare l'Italia
Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
Le nuove tecnologie possono migliorare la performance e ridurre i costi della Pubblica Amministrazione.

Il problema
L’Italia si caratterizza per un elevato grado di arretratezza nell’utilizzo dell’informatica: esistono 82 sistemi informatici di grandi dimensioni e 27 mila sistemi informatici intermedi, un numero sempre maggiore di centri di calcolo negli oltre 8.000 comuni ed enti locali italiani e 1.033 data center che, rispetto alle nuove tecnologie cloud si caratterizzano per un numero di addetti e spazio occupato in eccesso.
Anche livello internazionale, il Web Index, un indice multi-dimensionale realizzato dalla World Wide Web Foundation che misura l’utilizzo, l’utilità e l’impatto della rete su persone e nazioni, rileva l’arretratezza informatica dell’Italia: il nostro Paese risulta infatti al 23esimo posto su 61 studiati.
L’insufficiente digitalizzazione della PA si riflette in un basso livello dei servizi offerti e in una ridotta diffusione dei dati e, quindi, sia una scarsa trasparenza nei confronti dei cittadini, sia un più difficile controllo delle spese. Invece una PA digitalizzata, con banche dati accessibili, aggiornate e integrate tra loro, consentirebbe ai cittadini di ricevere tramite internet documenti e certificati, che potrebbero a loro volta essere scambiati dalle diverse Amministrazioni, evitando così costose duplicazioni di documenti e favorendo un miglior controllo delle spese e una crescente efficienza dei servizi offerti.
A oggi, le norme esistenti in materia non sono state attuate e spesso non sono chiare, causando, tra le altre cose, una sovrapposizione di competenze. La maggior parte dei recenti interventi legislativi in materia, rappresentati dal decreto legge Crescita 2.0, in parte intervengono su questi problemi, tuttavia sono ancora insufficienti, poco innovativi e tendono a digitalizzare le procedure burocratiche esistenti, piuttosto che a semplificarle.
Eppure esistono alcuni positivi esempi di digitalizzazione nel settore sanitario, che lo rendono più accessibile e trasparente, e rendono quindi al paziente un servizio più efficiente. Nonostante questi vantaggi, si tratta di casi ancora troppo isolati.
È stato stimato che una miglior digitalizzazione della Pubblica Amministrazione consentirebbe di ottenere risparmi stimati tra i 25 e i 31 miliardi di euro l’anno, una volta a regime.

La soluzione
Una migliore digitalizzazione della Pubblica Amministrazione potrebbe favorire una maggiore inclusione sociale digitale e un più attento controllo delle spese.
A tal fine, sarebbe utile introdurre un “testo unico d’identità”, che non solo accorpi in un unico documento la carta d’identità e la tessera sanitaria, ma che favorisca anche per il cittadino l’accesso a tutti i servizi e l’identificazione ogni qualvolta sia necessario.
La pubblicazione di open data effettivamente chiari e fruibili consentirebbe una maggior accessibilità e diffusione degli stessi agli attori che ne hanno diritto, mentre le misure che prevedono una maggiore integrazione e interoperabilità dei dati e tra banche dati permettono di integrare tra loro tutte le attività delle Amministrazioni Pubbliche, evitando ritardi e sovrapposizioni. La digitalizzazione end-to-end e la smaterializzazione dei processi interni è necessaria per sostituire gradualmente l’erogazione tradizionale dei servizi con il formato digitale, mentre il commercio elettronico è importante per ridurre le possibilità di corruzione, realizzare risparmi e migliorare la produttività del personale e delle procedure di acquisto.
Infine, l’Agenzia per l’Italia Digitale potenzialmente rappresenta uno strumento utile sia per superare il problema della frammentazione delle competenze nel settore, sia per sfruttare la domanda pubblica come incentivo al miglioramento del servizio per le imprese private (passando da una logica di acquisizione di prodotti e forza lavoro a una di acquisizione di servizi e processi) e per stimolare la nascita di un settore ICT più competitivo. Eppure a oggi risulta ancora poco chiaro quali saranno la sua governance, organizzazione e competenze.
Le misure descritte consentirebbero quindi di fornire servizi più efficienti a costi contenuti senza richiedere investimenti aggiuntivi: per lo più implicano infatti una riorganizzazione e riallocazione delle risorse economiche ed umane già esistenti, oltre che una maggiore semplificazione.

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