Per quel che riguarda il debito pubblico, si propone la "valorizzazione/dismissione" del patrimonio pubblico allo scopo di ridurre lo stock del debito nell'ordine di un ventesimo all'anno a partire dal 2015. Compare l'impegno al pareggio di bilancio strutturale e a fare della spending review "un metodo ordinario per la gestione corretta ed efficiente delle amministrazioni pubbliche". Compare un impegno generico a ridurre la pressione fiscale "non appena le condizioni generali lo consentiranno", a partire da lavoro e impresa. Tale sforzo di riequilibrio andrà perseguito "anche trasferendo il carico sui grandi patrimoni e sui consumi che non impattano sui più deboli e sul ceto medio". Purtroppo non viene quantificato nessuno di questi obiettivi.

Il principale strumento di intervento sulla Pubblica Amministrazione è la spending review, intesa come strumento di controllo e incentivo all'adozione di processi produttivi più efficienti. Inoltre viene posta grande enfasi sulla trasparenza e sulla diffusione delle best practice, a partire dal caso della giustizia. La coalizione assume l'impegno ad avviare una consultazione pubblica per identificare "le 100 procedure da eliminare con priorità assoluta" nell'ottica della semplificazione.

Il principale strumento per la crescita sono le liberalizzazioni: tuttavia non vengono forniti dettagli specifici su quali settori debbano essere liberalizzati prioritariamente e come. Vengono anche forniti elementi per delineare una "politica industriale", fatta da un lato di riduzione degli oneri burocratici, defiscalizzazione degli investimenti, eccetera; dall'altro, rilanciare l'Istituto Commercio Estero come volano per l'internazionalizzazione delle imprese italiane.