I futuri parlamentari di centrodestra si impegnano a "dimezzare i costi della politica" e abolire le province, ma contemporaneamente chiedono di "superare il patto di stabilità interno" e il "superamento di una politica europea di sola austerità". Tali obiettivi sono in tutta evidenza in tensione.

Inoltre suggeriscono di escludere la spesa per investimenti dal patto di stabilità comunitario. Si parla di abolizione dell'Imu sulla prima casa, di "tendenziale azzeramento" dell'Irap, di riduzione della pressione fiscale di 5 punti in 5 anni, e di una lunga serie di deduzioni e detrazioni rivolte a imprese e famiglie, riduzioni di imposte e balzelli, ecc. Il costo di questi interventi non è quantificato e non viene indicata alcuna copertura se non l'impegno generico alla riduzione della spesa "di almeno 16 miliardi all'anno". Si propone un "grande attacco al debito pubblico", da effettuarsi tramite la cessione di immobili e società e la valorizzazione delle concessioni, con un target di 400 miliardi di euro (tuttavia si parla anche del conferimento di tali asset a un fondo apposito, non è chiaro se per la loro gestione o dismissione). Non è chiaro come, con una riduzione del debito dell'ordine di un quinto della sua entità attuale, si potrebbe arrivare al "tendenziale dimezzamento degli oneri di servizio al debito".

Viene proposto di passare a un sistema di costi standard ("ivi compreso il costo del personale") per tutti i "beni e servizi" forniti della Pubblica Amministrazione. Le regioni dovrebbero trattenere il 75% del gettito fiscale generato sul loro territorio: presumibilmente ciò implica una profonda rivisitazione dell'architettura istituzionale italiana, secondo modalità che però non vengono esplicitate. Si parla di un sistema generalizzata di buono o credito d'imposta per scuola e sanità. Per la giustizia si suggerisce la "informatizzazione", "riduzione dei tempi" e "attuazione del giusto processo", ma non viene fornito alcun dettaglio sulle modalità.

I finanziamenti della Bce alle banche italiane "devono essere destinati prioritariamente al credito per famiglie, giovani e imprese". Alle banche si chiede anche l' "irrevocabilità dei mutui e finanziamenti non erogati" e una "moratoria su rate di mutuo non pagate negli ultimi 18 mesi". Il centrodestra si propone addirittura di rivedere i criteri di Basilea III ritenendoli troppo rigidi. Si parla di "apertura al mercato dei settori chiusi" ma contemporaneamente di "tutela e valorizzazione delle imprese commerciali di media e piccola dimensione"; inoltre "rigoroso criterio di reciprocità con gli altri Paesi, per evitare attacchi a danno delle aziende strategiche". Sul lavoro si chiede il ritorno all'impianto della legge Biagi.